BOGRE – La grande eresia europea

BOGRE

La grande eresia europea

un film documentario

di Fredo Valla

B OGRE.  In lingua occitana significa bulgaro.
O GRE. È uno dei nomi che vennero dati ai Catari.
BO G RE. Sopravvive nei paesi d’oc come un insulto.
BOG R E. È il viaggio di Bogomìli e Catari nell’Europa del medioevo.
BOGR . È il titolo del film che intendo realizzare.


pressbook


PARTECIPAZIONI

RECENSIONI

INTERVISTE

LINK

FOTO

DOSSIER

PREMI

BOGRE – IL LIBRO

“Bogre – film eretico e indipendente”, di Fredo Valla, Ed. Aragno, 221 pagg. . 2023 | Copertina

BOGRE – LA MOSTRA


IL PROGETTO

Chi parla la lingua d’oc sa che BOGRE non indica semplicemente un abitante della Bulgaria. Così era in antico. Poi le parole evolvono, e bogre, da secoli, ha assunto in occitano il significato di inetto, di babbeo, di persona infida che maschera la verità.
Attorno al XII secolo, bogre divenne un insulto diretto ai Catari d’Occitania, colpevoli di una religione non ortodossa, simile per la dottrina a un altro grande movimento eretico europeo, quello dei Bogomili bulgari.
Entrambe furono eresie dualiste, che distinguevano la creazione fra spirito e materia, attribuendo la prima al Dio Buono e la seconda a un Angelo caduto, Demiurgo o Demonio.
La filiazione dal bogomilismo bulgaro al catarismo occidentale (in Germania, Francia e Italia) è la testimonianza storica di un medioevo tutt’altro che buio e immobile; le idee viaggiavano da un capo all’altro dell’Europa, dai Balcani ai Pirenei, dall’Italia centro-settentrionale alla Bosnia.

Nella Francia del sud (Occitania) i roghi, le armi dei Crociati e l’Inquisizione della Chiesa di Roma posero fine a un’idea di Dio che risaliva al gnosticismo più antico e che si voleva fedele alle origini. Un’idea di Dio che predicava la pace, sosteneva l’eguaglianza sociale e – cosa inaudita a quei tempi – la parità uomo-donna.
In Italia, dove il catarismo aveva potuto progredire inserendosi nella lotta fra Guelfi e Ghibellini, la fine giunse circa un secolo dopo. In Bulgaria, il bogomilismo, che dall’XI secolo si era espanso nelle terre dell’impero bizantino, ebbe gli ultimi sussulti in Ucraina e fra i monaci di Monte Athos; mentre in Bosnia, dov’era diventato religione ufficiale, si dissolse nell’Islam con l’arrivo dei Turchi.

SOCIETÀ E GEOGRAFIA

In Occitania (Francia meridionale), in Italia e in Germania, Catari (in Italia chiamati anche Patarini, nelle Fiandre Pifles, altrove Tessitori) non erano solo i servi e i contadini che si opponevano all’alto clero e ai feudatari com’era accaduto per il bogomilismo bulgaro e bizantino – ma anche le classi aristocratiche o mercantili e colte delle città. Tante furono le
famiglie di alto lignaggio che lo abbracciarono. In Occitania vi furono catari professi nella famiglia dei Conti di Foix e in molte altre famiglie nobili del Midi. A Firenze furono catari personaggi come Farinata degli Uberti e, secondo studi recenti, lo stesso Dante Alighieri nella stesura della Commedia fu influenzato dal catarismo.
Eppure, nonostante il suo evidente ruolo storico, il catarismo viene spesso (soprattutto in Italia) considerato un fenomeno marginale. Talora persino negato.
Esistono prove delle relazioni fra Bogomìli e Catari, ai due estremi dell’Europa?
Sono tanti i documenti e le tradizioni che ci raccontano dei loro rapporti dottrinali e umani tutt’altro che sporadici: tra la Francia meridionale e la Bulgaria e Bisanzio, fra l’Italia la Bulgaria, Bisanzio e la Bosnia.
L’episodio che meglio rappresenta il mondo di Bogre è il concilio che si tenne nel 1167 a Saint Felix de Caraman, presso Tolosa: un concilio a cui parteciparono rappresentanti delle varie comunità catare occitane e italiane (le comunità di Tolosa, di Carcassonne, di Albi, di Aran, e Marco di Lombardia per l’Italia), che vide tra gli invitati più prestigiosi il
bogomilo Nicetas giunto da Bisanzio o forse dalla Bulgaria, che trasmise lo Spirito Santo attraverso l’unico sacramento riconosciuto dai Catari, il consolamentum.

LA RETE

BOGRE nasce dalla passione che fin dalla fase dello sviluppo ha animato la troupe e il gruppo di lavoro che si è creato attorno al regista Fredo Valla: in primo luogo con la CHAMBRA d’OC che ha assunto la produzione esecutiva del film documentario, poi il CIRDOC-Mediateca Occitana di Béziers, la Stefan Nojkov Foundation di Sofia, il Centro Ivan Dujčev di Sofia, ecc. Accanto a questi istituzioni e/o fondazioni, storici, studiosi, appassionati del catarismo e del bogomilismo in Occitania, Francia, Italia, Bulgaria e
Bosnia: lo storico Francesco Zambon pubblicato da Adelphi, la scrittrice Maria Soresina, Lidia Floess specialista del catarismo lombardo, Anna Scattigno storica delle religioni, Axinia Dzurova direttrice del Centro Dujcev, Vasja Velinova e Gheorgi Nikolov dell’Università di Sofia, l’archeologo Kasimir Popkostatinov, Pilar Jimenez del Centre d’Etudes Cathares di Carcassonne, Philip Martel storico dell’Università di Montpellier, il poeta Joan Larzac, Franjo Saniek dell’università di Zagabria, Salih Jaliman storico dell’università di Mostar, Emir Filipovic docente di storia alla Falcoltà di filosofia di Sarajevo. Quindi l’attore Olivier de Robert, il musicista Giovanni Lindo Ferretti (nel film in veste di lettore di testi anticatari-bogomili e anatemi), l’artista ceramista Michelangelo
Tallone e l’illustratrice Valentina Salvatico.

BOGRE è una storia di idee, di religioni, di viaggi, di persone e di poteri. Ed è il viaggio del regista e della sua troupe dalla Bulgaria all’Occitania all’Italia alla Bosnia per ascoltare, vedere e filmare.

Il film vuole raccontare una storia che merita di essere raccontata, perché, nella vicenda di Catari e Bogomili, nelle migliaia di roghi, nelle persecuzioni e le crociate, negli anatemi di cui furono oggetto fino a farli scomparire, possiamo specchiarci e ritrovare i grandi temi che ancora affliggono il mondo di oggi, le relazioni con “l’altro”, con “il diverso” da noi.

INTENZIONI

BOGRE è un viaggio nella storia, un viaggio nell’Europa del medioevo, un viaggio nel suo “farsi film”. Un viaggio-film-saggio. Un road-movie alla ricerca di tracce e narrazioni su Catari e Bogomili: Occitania, Italia, Bulgaria, Bosnia… montagne e pianure. Scorrono le immagini di un’Europa contemporanea che fatica a digerire un passato che solo al primo
sguardo appare lontano. La memoria vacilla, rimozioni su rimozioni, strumentalizzazioni, misteri, indifferenza. Massacri, persecuzioni, torture, condanne capitali. Roghi. Genocidi.
Le parole si aggiornano ma quando l’umanità si guarda alle spalle finisce sempre per guardarsi allo specchio. E’ questa la ragione del viaggio: dare un senso alle esistenze di uomini e donne condannati solo perché avevano scelto una fede diversa da quella dominante. Dare un senso alle loro sofferenze, ai dolori, alle morti. Ma anche scoprire la diffusione delle loro idee, dei loro principi, dei loro sogni. Idee di giustizia, uguaglianza,
tolleranza, convivenza: pensieri che ebbero una forma legittima solo molti secoli dopo, e che ancora oggi si vivono con fatica. Profonda fatica.
Il senso arriva dalle voci e dai volti di chi viene incontrato durante il viaggio, che nella profondità di analisi scientifiche e riflessioni personali danno una forma al passato, danno sostanza alla memoria. E’ il momento in cui il viaggio si ferma, la camera diventa fissa, e ascolta. Per poi ripartire.

Bogre è un film che si rivela, che fa del suo costruirsi un elemento centrale, perché ha bisogno di mostrare il proprio sguardo, relativizzarlo, contestualizzarlo. E il proprio punto di vista lo dichiara a partire dalla rivelazione del set, mostrato nel suo farsi e disfarsi, e da una narrazione e sequenze di immagini capaci di tenere stretto lo spettatore e allo stesso
tempo di lasciargli i tempi e i modi per maturare il proprio pensiero, per fare proprie le storie, gli eventi, le emozioni.
Il regista attraversa gli spazi, solo e in compagnia; le stagioni si susseguono, il giorno lascia spazio alla notte, al sentiero lungo un fiume seguono le immagini di una capitale europea. Presto lo spettatore viene coinvolto in un ritmo di immagini, voci e musiche che vanno e vengono, un cerchio che si allarga sempre di più, un andirivieni stimolante, un dondolio capace di interrompersi per diventare una freccia che mira al bersaglio, che va
dritta al punto. Allo stesso modo del pensiero umano, che di lineare ha ben poco, il cinema aiuta a creare le associazioni visive ed emotive, a vivere nel tempo del film le vicissitudini di secoli e secoli. Andare e tornare, andare e tornare ancora, in movimento, per rispondere a delle domande, per trovare una soluzione, per provare a mettersi in salvo dall’oblio, per dare spazio alle differenze, per valorizzare spiritualità e culture lontane e vicine. Per
esprimere una critica, per aiutare il pensiero ad essere critico.
L’andirivieni: un movimento che era proprio dei Bogre del medioevo, di quegli eretici costretti a fuggire e a rifugiarsi per vivere e condividere le proprie idee, finendo per percorrere lunghi viaggi in lungo e in largo, unendo un’Europa ben prima che fosse unita.

UN ESTRATTO DA BOGRE

(l’attore Olivier de Robert racconta)
La crociata è passata, Monsegur è in rovina, ma tu sei sopravvissuto al destino, sei sfuggito al gran carnage, sei tornato alla vita quotidiana, stai cercando di dimenticare… ma quella sera qualcuno batte alla tua porta, la sfonda. Puoi gridare, protestare, dire che non hai fatto nulla di male, ma ti portano nelle prigioni dell’Inquisizione. Ogni sforzo d’immaginazione è vano per immaginare la cella. La puzza… non quella degli escrementi,
dei topi: no, la puzza della paura! Perché si marcisce in venti, in cinquanta nella cella, e ogni tanto la porta si apre, e tu protesti… Ne portano via uno, due, e presto ti rendi conto che chi viene portato via non lo rivedi più.
Ecco da dove viene l’odore della paura. A un certo punto si immagina il peggio, dunque non desideri più di essere chiamato… vuoi rimanere lì, non muoverti più. La porta si apre e ti chiamano… immagini che ti uccideranno. Ma no, non subito.

Accade quando l’inquisitore pensa che non può più fare niente per te, che sei andato troppo avanti nell’eresia. Quando pensa che bisogna purificare, ripulire, amputare. E allora è il fuoco. Il rogo non è per fare male. È perché di te non rimanga niente… affinché nel giorno del giudizio universale il tuo corpo non possa ritrovare la sua unità.
Quando sei condannato sali, vieni legato e attendi. Chi sta per morire aspetta che il tempo passi, ma la folla… la folla è in attesa dell’avvenimento. I chierici attorno al rogo ti chiedono per l’ultima volta di rinunciare al tuo errore, è il momento in cui puoi salvare la tua vita… “Abiura… abiura…”. Ma sfuggire al rogo e finire in una cella, il mur strict, è scegliere una morte lenta. Non si abiura quando si è sul rogo!
Il fumo sale, soffochi…
L’orrore.

MODALITÀ DI RIPRESE

BOGRE prevede principalmente due modalità di ripresa, che sono continuamente in dialogo tra loro.
1) Bogre è un film di incontri e quindi di interviste con personalità esperte e appassionate in modo diverso alla storia e alle tracce lasciate dai Catari e dai Bogomili. In questo caso Bogre costruisce un set con due camere fisse su chi parla. La A riprende il soggetto in mezza figura, la B in primo piano. La C è in un primo tempo mobile, e documenta la costruzione del set. In un secondo momento, durante l’intervista, viene posizionata in modo da riprende con un totale l’intero set, includendo quindi il regista e gli operatori oltre all’intervistato.
2) Bogre è un viaggio, un road-movie. E’ quindi un film in movimento. La camera C, stabilizzata, documenta gli spostamenti da un luogo all’altro, il mutamento del paesaggio, la strada che scorre al di là del parabrezza o del finestrino. Raccoglie anche il regista che attraversa gli spazi e i paesaggi stessi, da solo o in compagnia, a diverse ore del giorno, con diverse condizioni climatiche. Il regista può essere in un sito archeologico legato alle eresie medievali o in un contesto urbano, dove in certi casi incontra gli intervistati. Nel caso i dialoghi siano importanti, la camera C segue il regista ed il fonico intento a registrare il suono: il film svela sé stesso anche quando racconta il viaggio.

TEATRINI – VISIONI – MAPPE – COLONNA SONORA

A differenza dei soliti film documentari di argomento storico, BOGRE utilizza in minima parte riproduzioni da codici, capilettera, manoscritti, affreschi medievali per accompagnare e/o illustrare le vicende e i temi che si dipanano via via. Fa invece ricorso ad allestimenti – sorta di “teatrini” – dove il popolo dei Catari e dei Bogomili (e i loro persecutori) sono evocati da figurine di argilla cotta (opera dell’artista Michelangelo Tallone): visioni oniriche e fantasmatiche di roghi, di incontri clandestini nel buio o  nell’ombra, battaglie crociate, uomini racchiusi nelle celle… nel “mur strict”.
La filiazione, la diffusione della fede dualista catara-bogomila attraverso l’Europa, in Italia, nel Midì, in Bosnia, è mostrata con mappe (mappe emotive) disegnate dall’illustratrice Valentina Salvatico.
La colonna sonora, opera originale del musicista Walter Porro che ha collaborato con il regista nei suoi due precedenti film-documentari, produrrà sonorità nuove, elaborazioni contemporanee talvolta ispirate al repertorio medievale ma capaci di staccarsene per diventare realmente “musiche originali”.

LE LINGUE DI BOGRE

Il titolo Bogre, scritto in grafia classica trobadorica (la “O” si legge “U”) fin dall’inizio mette in connessione il catarismo con il bogomilismo: l’Occitania e l’Occidente europeo con la Bulgaria, e testimonia l’utilizzo della lingua per marchiare l’altro come nemico, ovvero lo straniero come eretico e l’eretico come straniero:
Oggi Bogre propone una riflessione su questo genere di atti linguistici che segnano una discriminazione, lo fa guardando al passato, a partire da una lingua di minoranza, attraversa l’Europa e include nel suo viaggio il francese, l’italiano, il bulgaro e il serbo-croato. Il film avrà quindi 5 lingue, e uscirà con cinque diverse sottotitolature. E’ prevista inoltre una sottotitolatura in inglese per raggiungere un pubblico più ampio.

DURATA

Per BOGRE si prevede una durata “cinephiles” di circa 200 minuti tanto vasta è l’area del viaggio, e tanta è la volontà di costruire un film-documentario non aneddotico, un film-saggio che consenta allo spettatore di comprendere la dottrina, di esplorare il senso dell’eresia e di identificarsi in coloro, uomini e donne, che vissero il peso della loro scelta morale e religiosa (eresia deriva dal greco e significa “scelta”).
Data la lunghezza, per la diffusione televisiva è prevista la suddivisione in tre parti secondo un’impostazione già pensata in fase di progetto. La durata inusuale del film sarà una sua caratteristica, una scelta di linguaggio, al pari di altre scelte come quella di mostrare il film nei suo farsi o i “teatrini” onirici e fantasmatici.

LA TROUPE

Per BOGRE, Fredo Valla ha chiamato attorno a se alcuni ex allievi e collaboratori de L’Aura – Scuola di Cinema, che ha fondato nel 2012 con il regista Giorgio Diritti. Ex allievi e collaboratori (Andrea Fantino, Elia Lombardo, Massimiliano Nicotra, Silvia Pesce) oggi professionisti del cinema nei ruoli di operatore, fonico, montatore, oltre che (per Fantino e
Lombardo) di collaboratori ai sopralluoghi, allo sviluppo e  all’organizzazione del piano delle riprese.
In tutte le fasi, un ruolo importante ha l’Associazione Chambra d’Oc che nel ruolo di produttore esecutivo ha curato la parte amministrativa, i contatti con le fondazioni e le istituzioni che sostengono il film e l’iniziativa del crowdfunding.

BUDGET E…

BOGRE nasce dall’urgenza del regista di realizzare un progetto rimasto per alcuni anni nel cassetto. La svolta è venuta a seguito del suo felice incontro in Bulgaria con Axinia Dzurova, studiosa di manoscritti slavo-bizantini e direttrice del Centro Dujcev di Sofia. Da quell’incontro è venuta la decisione di “partire” per realizzare il film-documentario, prima tappa i Bogomili bulgari. Dall’urgenza sono derivate le modalità di sviluppo e produzione e la decisione di avviare una raccolta fondi tra gli appassionati al tema eretico e le istituzioni culturali di territorio. A una prima raccolta hanno aderito il CIRDOC di Béziers, il Centro Dujcev di Sofia, l’Università internazionale Lorenzo de’ Medici di Firenze, e alcuni privati.
Successivamente è stata avviata una campagna crowdfunding sulla piattaforma “Produzioni dal basso” che ha raggiunto l’obiettivo prefissato e contribuito alla comunicazione sul film.
Importantissimo, anche per l’entità, il sostegno della Stefan Nojkov Foundation di Sofia, mentre col CIRDOC di Beziers è stata firmata una nuova convenzione che integra il precedente sostegno.

La somma raccolta ha consentito di portare a termine le riprese e di avviare le prime fasi del montaggio. La comunicazione promossa attraverso la pagina fb (Bogre – il film), le interviste, il teaser e le relazioni personali del regista e della Chambra d’Oc hanno prodotto un primo, ancor piccolo risultato sul piano della distribuzione, con circa un centinaio di cinema d’essai, associazioni culturali, istituzioni accademiche, rassegne, che hanno
dichiarato di voler proiettare il film.
Ora, però, si pone il problema di come proseguire. L’urgenza ha fatto si che si arrivasse fin qui, ma sono numerosi e importanti i passaggi che ancora occorre affrontare: il montaggio da portare a termine, così la colonna sonora, la sottotitolazione, la correzione colore, il mix ecc. ecc. Per non parlare delle fasi successive: quelle relative alla distribuzione.
Sono in corso contatti in Francia, Occitania, Bulgaria, in vista di accordi, non solo per chiudere il film ma per il cammino che il film potrà fare.
Tutti insieme, regista, troupe, collaboratori e sostenitori, vogliano che BOGRE contribuisca alla Storia dei Bogre, dei tanti Bogre reietti, respinti, perseguitati, condannati a morire del nostro tempo.

Sostengono questo progetto:

  • Espaci Occitan
  • Chambra d’Òc
  • The Italian International Institute Lorenzo de’ Medici – Florence
  • CIRDOC Institut de cultura occitana
  • Centre Ivan Dujcev de Sofia
  • Fondazione Shapdiz
  • Stefan Noykov Foundation

CHI SONO

Amo sentire raccontare le storie. Per questo motivo sono diventato documentarista e sceneggiatore di film lungometraggi. Qualcuno ricorderà "Il vento fa il suo giro" candidato al Premio David di Donatello per la migliore sceneggiatura e "Un giorno devi andare", regia di Giorgio Diritti. Collaboro con Aranciafilm, Graffitidoc e Nefertiti Film per lo sviluppo di progetti, soggetti, sceneggiature e regie. Ho co-fondato "L'Aura", scuola di cinema di Ostana, nel villaggio di fronte al Monviso in cui vivo. Coltivo l’orto a 1350 metri di quota; raccolgo cavoli, zucchine, porri, insalata, bietole, carote. Zucchine, soprattutto.

Iscriviti alla Newsletter