BIOGRAFIA

Chi sono, cosa faccio, che cosa ho fatto.

Dico sempre che faccio l’intellettuale di montagna, costretto come mio nonno – contadino, arrotino, zoccolaio e cacciatore (d’inverno) –  a fare tanti mestieri per poter vivere in quota.

Fin dalla tenera età mi occupo della minoranza occitana (la mia), dunque di questioni nazionali. Ho scritto, scrivo, ogni tanto, su giornali occitani. Faccio, come si diceva una volta, militanza.

Coltivo l’orto, a 1350 metri di quota; raccolgo cavoli, zucchine, porri, insalata, bietole, carote. Zucchine soprattutto. I pomodori non vengono, troppo alto. Le patate non sempre, a volte le brucia il marin.

Per venticinque anni sono stato giornalista (senza testata fissa) per i mensili. Ne ho passati tanti: Atlante, Airone (indimenticabile nel ‘92-‘93 un reportage/marcia di 330 km sul fiume Don, sulle tracce dei soldati italiani dell’ARMIR), Gardenia, No Limits World, Aqua, Silva, Piemonte Parchi. Giornalini per ragazzi: Topolino, Minni, Giovani Marmotte, Dodo, Airone Junior, Sirenetta, Barbie. Ho collaborato ai supplementi letterari e scientifici della Stampa.

Fino al ’97-‘98 ho pubblicato una ventina di libri di divulgazione per ragazzi (per Piccoli, Fabbri, De Agostini e vari editori europei e americani), firmandoli con l’amica Andrée Bertino, francese di Nizza.  Soggetti: la natura, gli animali, le città scomparse, il cielo, leggende, meraviglie.

Nel primi anni ’90 ho lavorato con Ipotesi Cinema, la scuola di cinema di Ermanno Olmi a Bassano del Grappa. Lì ho realizzato i miei primi documentari, poi  altre cose, alcune co-regie sul tema occitano. Poi regie soltanto mie (in due è difficile), cose a cui tengo molto: montagna, occitani, questioni nazionali, abbazie, storie di guerra. Nel frattempo ho fatto l’esperienza di un video notiziario transfrontaliero con i francesi, e realizzato video-installazioni per il Museo delle Alpi di Bard (Valle d’Aosta), per quelli occitani di Elva (raccoglitori di capelli) e Blins (meridiane) e per il Museo della Scienza e della Tecnica di Milano.

Il lavoro di documentarista rimane centrale nella mia vita professionale, e non solo, nonostante le difficoltà nel trovare una produzione, malgrado i tempi di realizzazione, che spesso durano anni, la distribuzione.

Con Giorgio Diritti, amico dei tempi di Ipotesi Cinema, ho scritto “Il vento fa il suo giro“, film a budget zero passato alla storia per il successo ottenuto con il passaparola. Nel 2010 sono tornato a lavorare al suo fianco (per soggetto e sceneggiatura) con il film lungometraggio “Un giorno devi andare” uscito in sala nel 2013, girato in gran parte Amazzonia, sul Rio Negro e sul Rio Andirà. Il film ha esordito al Sundance Film Festival di Robert Redford. Sempre con Diritti fondo nel 2012 L’Aura, Scuola di cinema di Ostana e nel 2013 curo – per ATER e Regione Emilia Romagna – il corso di formazione “Documentare” sulla memoria del terremoto in Emilia.

Fino al 2014 ho collaborato con Pupi Avati, curando la regia di numerose puntate di serie televisive per Tv 2000. Tra i soggetti: i paesi dell’Est europeo dopo la fine del comunismo (A est di dove?), le tradizioni popolari (Feste storiche italiane), l’Europa sociale (Gli stati del welfare), i santuari in Italia e in Europa (Luoghi della devozione popolare), le istituzioni culturali (Grandi musei d’Europa), i cristiani nei regimi comunisti.

Nel 2008 sono candidato al Premio David di Donatello / migliore sceneggiatura  per il “Il vento fa il suo giro”.  Di tanto in tanto partecipo a qualche festival del documentario. Alcuni riconoscimenti: che amo ricordare: nel 1998 il Cerro d’oro al Film Festival della Lessinia con “Ripòsino in pace“, nel 2002 il Premio Asti Provincia d’Europa di Giornalismo, nel 2007 Premio Set Torino Piemonte con Mario Martone, Luciana Littizzetto ed Elio Germano; nel 2011, a Cuneo, il Bonelliano dell’anno, ricordo dell’Istituto per geometri frequentato da ragazzo.

 


Scoprire la mia identità occitana, l’identità dei nostri luoghi, la lingua, ha dato una prospettiva diversa alla mia vita: ho capito che c’era qualcosa di più importante della geologia… potevo diventare un geometra speculatore e sono diventato un militante occitanista, poi mi sono aperto ad altri mestieri e posso dire che fino ad oggi sono contento della mia vita […] Non c’è nulla, credo, di più emozionante che ascoltare uomini e donne che si raccontano […] Ho la sensazione, nelle cose che ho scritto, nei miei documentari, di essere riuscito a trovare i grimaldelli giusti, grazie ai quali la gente si è rivelata. Ma forse non è questione di grimaldelli: basta saper ascoltare.


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Fotogallery del Premio Set Torino Piemonte (2007)

     
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CHI SONO

Amo sentire raccontare le storie. Per questo motivo sono diventato documentarista e sceneggiatore di film lungometraggi. Qualcuno ricorderà "Il vento fa il suo giro" candidato al Premio David di Donatello per la migliore sceneggiatura e "Un giorno devi andare", regia di Giorgio Diritti. Collaboro con Aranciafilm, Graffitidoc e Nefertiti Film per lo sviluppo di progetti, soggetti, sceneggiature e regie. Ho co-fondato "L'Aura", scuola di cinema di Ostana, nel villaggio di fronte al Monviso in cui vivo. Coltivo l’orto a 1350 metri di quota; raccolgo cavoli, zucchine, porri, insalata, bietole, carote. Zucchine, soprattutto.

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