“Dialoghi fotografici” con Alex Astegiano | WiMU Barolo | 15/6 – 10/9 2023

Agosto 13, 2023

Caro Alex, guardo uno dopo l’altro i tuoi ritratti e gioco. Primo (nell’ordine): a riconoscere i tuoi soggetti, personaggi noti, celebri e meno noti. E tra questi ultimi ritrovo il mio viso. Secondo:  a guardarli più semplicemente, con curiosità e occhi diversi. Più emotivamente: come “visi di carattere”, come se sfogliassi non la tua bellissima collezione di fotografie (bravo Alex), ma uno di quei quaderni che i pittori rinascimentali – penso a Leonardo da Vinci – riempivano di visi (di carattere, appunto) che potevano servire come modelli per olii e affreschi. Studi di fisiognomica che – horror vacui – riempivano fino ai margini del foglio, pagine e pagine di taccuini. Nel caso del genio di Vinci,  accanto alle sue macchine, ai suoi studi di anatomia, alle sue mille invenzioni, alla sua scrittura… Ora ti sarà facile comprendere in quale dei due giochi io preferisca perdermi. Ai visitatori della tua mostra lascio volentieri il primo, per me tengo il secondo. Me lo tengo stretto. Mi diverte. Mi interroga sui cicli dell’uomo, quindi anche dell’arte. E su come tutto torni, in forme diverse, ma torni, perché l’uomo e la donna (non dimentichiamo la donna, pur “se mobile come piuma al vento”, dice l’aria del Duca di Mantova nel Rigoletto … ma sarà poi vero?) sono sempre quelli.  Scrivi nelle tue note di biografia di essere nato “nel piombo” a Savigliano (Cuneo), nel 1966: per dire che la tua formazione è avvenuta in una tipografia, quella celebre di tuo padre. Quel mondo ti ha avvicinato alla stampa, alla composizione della pagina e quindi (deduco) a quella che nel cinema e in fotografia è l’inquadratura, è il campo, è che cosa mettere dentro il perimetro della foto e che cosa lasciare fuori. E, dato il campo,  cercare l’attimo per trarne un ritratto psicologico, che dica a chi guarda l’indicibile del tuo personaggio. Ebbene carissimo Alex, quell’indicibile affiora, viene galla nei tuoi ritratti, anzi, a pensarci bene è ciò che più mi attrae, oltre – scusami se lo lascio per ultimo – il tuo splendido e drammatico bianco e nero. L’arcobaleno è bello, la tavolozza del pittore è un miracolo di toni, ma il bianco e nero!… nulla lo uguaglia nella sua forza drammatica. Tu “nato nel piombo” so che mi capisci.

 Fredo Valla, giugno 2023

CHI SONO

Amo sentire raccontare le storie. Per questo motivo sono diventato documentarista e sceneggiatore di film lungometraggi. Qualcuno ricorderà "Il vento fa il suo giro" candidato al Premio David di Donatello per la migliore sceneggiatura e "Un giorno devi andare", regia di Giorgio Diritti. Collaboro con Aranciafilm, Graffitidoc e Nefertiti Film per lo sviluppo di progetti, soggetti, sceneggiature e regie. Ho co-fondato "L'Aura", scuola di cinema di Ostana, nel villaggio di fronte al Monviso in cui vivo. Coltivo l’orto a 1350 metri di quota; raccolgo cavoli, zucchine, porri, insalata, bietole, carote. Zucchine, soprattutto.

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